Due nuove pronunce della Corte di Cassazione, che si aggiungono alle 47 precedenti, portano a 49 il totale delle sentenze che ribadiscono un principio ormai consolidato: l’Amministrazione scolastica non può reiterare contratti a tempo determinato per i docenti di religione oltre il limite di tre annualità.
Si tratta di un orientamento giurisprudenziale oramai consolidato che condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito non solo al risarcimento del danno, ma anche al pagamento delle spese processuali. Il punto di svolta, come sappiamo, è stata la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che, interpellata da uno specifico ricorso sostenuto dallo Snadir, ha riconosciuto il diritto degli insegnanti a non restare per tutta la loro carriera scolastica in una condizione di ingiusto precariato.
Orazio Ruscica, segretario nazionale dello Snadir, commenta: “Anche in queste ultime sentenze i giudici della Cassazione hanno escluso l’esistenza di una ragione obiettiva che giustifichi la reiterazione dei contratti oltre i 36 mesi. La conclusione delle procedure straordinarie consentirà l’immissione in ruolo degli aventi diritto, contribuendo a sanare, almeno in parte, il problema del precariato. Tuttavia, questo non è sufficiente: è necessario aumentare la quota di posti di ruolo, portandola dall’attuale 70% al 95%, così da offrire una reale possibilità di stabilizzazione a tutti i partecipanti alle procedure straordinarie.
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